Si parte

Si parte

domenica 30 agosto 2015

Ragioniamoci su tutti insieme

Si mette in moto un blog per esprimere il proprio pensiero ed allo stesso tempo stimolare i pensieri degli altri che hanno comuni interessi.

La vela d’altura siciliana manca oramai da anni di un'opportuna programmazione che porta armatori ed equipaggi ad affrontare da soli sforzi ed impegni umani ed economici non indifferenti, che aldilà dei risultati conseguiti singolarmente, non danno mai una idea della crescita tecnica dell’intera flotta. Solo la flotta dei minialtura, che è radunata nel capoluogo, dà un esempio di unità e di opportuna programmazione nel tempo . Per l’altura, invece, a un numero anche consistente di barche non corrisponde una unità di intenti. In autunno ed inverno si preparano da sole senza un opportuno confronto tra di loro, vuoi perché sparpagliate per la Sicilia, vuoi perché non tutti i Campionati Autunnali ed Invernali sono efficaci a fare preparare al meglio barche ed equipaggi.

In questo Blog andremo prima ad analizzare a ritroso gli eventi che hanno coinvolto armatori, barche ed atleti siciliani a partire dell’appena concluso Campionato del Mondo dei Melges 32 e del Campionato Italiano Assoluto di Civitanova Marche, quindi analizzeremo la presenza siciliana al Mondiale ORC di Barcellona, il perché la Classe Platu, che ha molti protagonisti siciliani, non ha più disputato il Campionato del Mondo ad Atene, la Palermo-Montecarlo, gli esperimenti di  rinascita del Match Race a  Licata, così via fino ad andare indietro ai Campionati Invernali di Catania-Siracusa, Palermo e Sciacca. Poi, constatando che in Sicilia armatori ed equipaggi ci sono, provare a trovare un sistema affinché i più forti si allenino insieme per crescere tecnicamente.

E’ da constatare che in questo periodo storico le imbarcazioni più performanti sono oramai nel Sud della Sicilia: Extra 1 è di stanza a Licata, Sagola Biotrading è a Marsala, Wolverine ribattezzata Nike si trova a Sciacca, con Dieci e Lode e Niño. A questi si aggiunge Jules et Jim che trova conveniente prepararsi in un posto costantemente ventoso e distante solo 80 chilometri da Palermo. L’altro polo è quello catanese/siracusano con Squalo Bianco, A’ Sciarrina, Ricomincio da tre, South Kensington ed Ottovolante. Così, su due piedi, basterebbe radunarsi nelle stagioni fredde a metà strada, creare un gruppo di giudici e posaboe che garantisca un alto numero di prove, allestirere un dinamico ufficio stampa che parli di tutti e sicuramente, con uno sforzo minimo, si riuscirebbe a crescere tutti insieme e presentarsi al meglio e come massa compatta agli eventi nazionali ed internazionali di primavera ed estate.


Andremo per gradi, abbiamo un paio di mesi per studiare ciò che è stato fatto e sviluppare nuove idee. 

3 commenti:

  1. Un grande plauso alla riflessione di Francesco. MI chedo se Portorosa potrebbe rappresentare "la metà strada" alla quale ti riferisci. La sicurezza del porto, in particolar modo nei periodi invernali, si presta certamente alle nostre attività. Un piccolo contributo per continuare le riflessioni e l'indice di gradimento della proposta appena avanzata. Ciao Mauro

    RispondiElimina
  2. L'argomento sedi di campionato è interessante e merita approfondimenti. Ogni campo presenta dei vantaggi e controindicazioni. Sciacca, per esempio, è una pessima sede invernale in quanto a meteo, non è un porto eccezionale in quanto nautica da diporto e dista più di 100 miglia dai principali porti siciliani. Ovviamente sarà il campo di regata di elezione per Trapani ed Agrigento. D'altra parte la ricettività e l'organizzazione sono buone. Se applichiamo ad ogni possibile sede gli stessi parametri valutativi avremo delle obiezioni simili per ogni campo di regata. Il risultato sarà una conflittualità di intenti tra gli armatori, che in quanto amatori no possono dividersi in una stagione agonistica su tutta la costa siciliana. Credo che una accettabile soluzione compromissoria potrebbe essere l'abbandono della organizzazione di campionati bimensili con regate ogni 15 giorni che bloccano le imbarcazioni per lunghi periodi in sedi inusuali con ricadute sulla preparazione delle barche e gli allenamenti degli equipaggi. La alternativa potrebbe essere la organizzazione eventi concentrati nel tempo (tipo S. Vito o Vulcano) distribuiti in modo razionale sul territorio. Per esempio, regate a Porto Rosa attrarranno armatori della costa orientale e settentrionale, Trapani può essere di riferimento per il sud ed il settentrione della Sicilia e così via. Si potrebbe dire che già esiste una organizzazione della FIV con le varie Zone ma sono grossolane, inserite in una struttura nazionale, mentre si potrebbe modulare il tutto in modo più capillare.
    Mario Anastasi

    RispondiElimina